La pit bike è una moto di taglia media, ovvero una via di mezzo fra una minimoto e una moto classica. Esse sono utilizzate principalmente per divertimento, agonistico o meno, da parte di adulti o da parte di giovanissimi che si avvicinano con questi mezzi al mondo delle due ruote.

Chi prende una moto di questo genere lo fa perché si tratta di mezzi estremamente divertenti, quindi, e non per avere un veicolo di trasporto. Tant’è che la corsa con le pit bike è uno sport diffuso in tutto il mondo e conta diverse piste anche nel nostro Paese. In ogni regione ci sono, infatti, circuiti dedicati, dalla Lombardia, al Lazio, alla Sicilia. Il costo giornaliero per l’ingresso a questi spazi è mediamente di 20 euro e per correre si deve avere l’iscrizione a una associazione UISP. Chi guida questo tipo di veicolo ha di norma fra i 20 e i 30 anni, ma non mancano anche i 50enni appassionati. Di norma tuttavia esse tendono ad attirare perlopiù giovani per via delle loro dimensioni. Per la guida di questi mezzi sarebbe bene avere comunque almeno 10-11 anni per guidare con più coscienza. Per guidar le pit bike non serve la patente, nel caso si utilizzino solo in pista o in zone circoscritte private. In base al tipo di gomma, le pit bike si utilizzano su asfalto, ma anche su strade sterrate.

Caratteristiche delle pit bike

Le pit bike hanno un motore a quattro tempi, con cilindrate fra i 125 e i 160 cc, un telaio a culla, un cilindro orizzontale, un motore a sbalzo e pneumatici da 12-14 pollici motard o cross. La moto può essere personalizzata con tanti accessori diversi e si possono sostituire il manubrio o altre parti di motore per cambiarne le prestazioni. La sostituzione del motore in una pit bike è una cosa del tutto normale e per nulla difficile. Per conoscere i vari modelli, i telai e i motori diversi di pit bike, puoi approfondire qui: www.ehoverboard.it.

La guida della pit bike è simile a quella di una moto normale ed è molto più sicura, vista la velocità ridotta e la conseguente minore probabilità di cadute. Dopo i campionati con centinaia di partecipanti alle gare, si contano, infatti, al massimo un paio di infortuni gravi. In tutti i casi c’è l’obbligo del casco e delle protezioni come per le moto tradizionali.

Di Grey