Sono molti i meccanismi implicati nel fenomeno dell’invecchiamento biologico, un fenomeno che riguarda tutti gli esseri viventi e che fa parte della loro fisiologia. Normalmente l’invecchiamento si accompagna ad una riduzione dell’autonomia personale e ciò può avere grande impatto sulla qualità di vita percepita.
Gli studi scientifici sul tema dell’invecchiamento hanno come obiettivo non solo l’individuazione dei meccanismi che portano all’invecchiamento, ma anche delle strategie da utilizzare per rallentare questo fenomeno e per ottenere un invecchiamento più graduale.
Agli inizi degli anni 2000 i risultati degli studi del biologo australiano David Sinclair hanno dato nuova linfa a questo ambito di ricerca. Il biologo Sinclair ha sfruttato le sue approfondite conoscenze in genetica per studiare una classe di proteine che sembrerebbe essere implicata nel processo dell’invecchiamento: si tratta delle sirtuine, proteine che vengono prodotte dal nostro organismo, ma la cui produzione diminuisce con l’avanzare dell’età.
Meccanismi di attivazione delle sirtuine
Il biologo Sinclair non solo ha individuato i sette componenti della famiglia delle sirtuine – nuovi studi potrebbero portare comunque alla scoperta di altre molecole appartenenti a questa classe – ma ha anche evidenziato due meccanismi di attivazione di queste stesse proteine.
Il primo meccanismo di attivazione è la restrizione calorica: da studi condotti negli ultimi anni è emerso che una riduzione dell’introito calorico giornaliero del 30%-50% porta ad un incremento di 2-3 volte della produzione di sirtuine negli organismi più semplici. Per il momento non ci sono ancora conferme che questo meccanismo sia valido anche nell’uomo.
Molto interessante per i possibili risvolti pratici è il secondo meccanismo di attivazione di queste proteine. Sinclair ha infatti individuato la presenza in natura di alcuni composti che possono fungere da attivatori delle sirtuine e che dunque possono essere introdotti con la dieta alimentare per mantenere alti i livelli di sirtuine anche con l’avanzare dell’età (dieta sirt). Partendo da questa scoperta è stato realizzato l’integratore alimentare anti ageing Sirt500, nella cui composizione sono presenti ingredienti naturali che contengono attivatori di queste proteine.
Sono state condotte delle sperimentazioni sui topi umanizzati, ovvero topi che presentano dei geni umani, per testare l’efficacia dell’assunzione degli attivatori di sirtuine. I topi umanizzati trovano largo impiego nella ricerca scientifica perché la risposta che si ottiene su di loro sarà con grande probabilità molto simile alla risposta nell’uomo. Dalle ricerche è emerso che l’assunzione di attivatori delle sirtuine può aumentare l’aspettativa di vita, nei topi umanizzati si è arrivati addirittura ad un raddoppio dell’aspettativa di vita.
Gli stessi ricercatori hanno però chiarito che questi risultati non potranno essere raggiunti anche nell’uomo, dal momento che il processo di invecchiamento del nostro organismo è più complesso rispetto a quello dei topi. Va ricordato inoltre che noi siamo sottoposti ad una quantità maggiore di stimoli ambientali, i quali contribuiscono sicuramente a modificare la velocità e la modalità con cui invecchiamo. L’assunzione dell’integratore Sirt500 potrà quindi essere di aiuto per invecchiare meglio e per ottenere un aumento dell’aspettativa di vita, ma non potrà garantire un raddoppio della stessa come avviene nei topi.